Filippesi 2:8

5 Versetti 5-11

L'esempio di nostro Signore Gesù Cristo ci viene presentato. Dobbiamo assomigliare a lui nella sua vita, se vogliamo avere il beneficio della sua morte. Notate le due nature di Cristo: la sua natura divina e la sua natura umana. Il quale, essendo in forma di Dio, partecipando alla natura divina, come eterno e unigenito Figlio di Dio, Gv 1:1, non ha ritenuto una rapina essere uguale a Dio e ricevere il culto divino dagli uomini. La sua natura umana: in questo modo divenne simile a noi in tutto, tranne che nel peccato. Così in basso, di sua volontà, si è abbassato dalla gloria che aveva presso il Padre prima che il mondo fosse. Si notano i due stati di Cristo, l'umiliazione e l'esaltazione. Cristo non solo ha preso su di sé le sembianze e la forma di un uomo, ma di uno che si trova in uno stato basso, senza apparire nello splendore. Tutta la sua vita fu una vita di povertà e di sofferenza. Ma il passo più basso fu la morte di croce, la morte di un malfattore e di uno schiavo, esposto all'odio e al disprezzo pubblico. L'esaltazione è stata della natura umana di Cristo, in unione con quella divina. Al nome di Gesù, non al semplice suono della parola, ma all'autorità di Gesù, tutti devono rendere solenne omaggio. È a gloria di Dio Padre confessare che Gesù Cristo è il Signore, perché è sua volontà che tutti gli uomini onorino il Figlio come onorano il Padre (Gv 5:23). Qui vediamo tali motivazioni all'amore di sé che nient'altro può fornire. Amiamo e obbediamo così al Figlio di Dio?

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